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24 luglio 2011 7 24 /07 /luglio /2011 18:28

 

 

Tarocco des Avenières, il Diavolo

 

 

 

Su questa quindicesima lama del Tarocco un diavolo è seduto a gambe incrociate su un cerchio magico. Arcano che odora di zolfo. Tuttavia! "Diavolo" in greco significa "diabolein", separare, e si oppone a "symbolein", riunire. Il cerchio è l'immagine dell'unità, del divino. Il cerchio tagliato in due rappresenta la separazione, come qui il cerchio sul quale il diavolo è seduto.

 

Il diavolo è responsabile della separazione, della dualità. Permette dunque la manifestazione di ogni cosa attraverso l'esistenza di poli opposti, maschile e femminile, motori della vita. Il cerchio, tagliato in due orizzontalmente dalla corda che lega la donna e l'uomo, ne è l'espressione. Astutamente Assan Dina rappresenta qui il simbolo alchemico del sale, cerchio tagliato in due orizzontalmente. In alchimia il sale è il corpo in cui il mercurio e lo zolfo, il femminile ed il maschile, si congiungono.

 

diavolo1.jpg

 

 

La potenza maschile è un fatto noto. Al contrario l'idea di potenza femminile è meno citata. Eppure, la vera potenza non è la forza invisibile, magica, come ad esempio, quella che permette alla vacca di attirare il toro, quando la natura scatena il suo orologio ormonale? Questi due opposti, femminile e maschile, mercurio e zolfo, sono la base di tutta la manifestazione tangibile, a qualunque livello essa si situi. La sessualità non è che una forma di questa opposizione costruttiva.

 

In quanto alla rappresentazione del diavolo, Assan Dina riprende quella rappresentata da Oswald Wirth, tranne il petto che è maschile, mentre sul tarocco di Wirth, è femminile. Oswald Wirth plagia inoltre il libro di Stanislas de Guaita nel quale Eliphas Lévi, pseudonimo di Alphonse Louis Constant (1810-1875), illustra il diavolo con un'incisione. Osawld Wirth è anche illustratore della stessa operea del suo maestro, Stanislas de Guaita.

 

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diavolo3.jpgIncisione tratta da "Temple de Satan" di Stanislas de Guaita, page 50.

 

 

 

Eliphas Lévi ha inciso questo diavolo per l'opera "Le temple de Satan" [Il tempio di Satana], secondo tomo della sua trilogia chiamata "Essai des sciences maudites" [Saggio di scienze maledette], di Stanislas de Guaita. Riprende in parte il misterioso emblema alchemico che Henri Khunrath (1560-1605), seguace della teosofia e dottore in medicinaa, pubblica nel suo libro "Amphithéatre de l'éternelle sagesse" [Anfiteatro dell'eterna saggezza], stampato ad Amburgo nel 1595.

 

Il Rebis significa "cosa doppia" o "due cose in una". É un termine specifico dell'alchimia. Designa il composto luni-solare, o uovo filosofale, pronto a subire la cozione finale. L'insegna "solve - coagula" inscritta sulle sue due braccia significa "dissolve e coagula", che è l'assioma di base dell'alchimia. 

 

 

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Il Rebis - cosa doppia - di Henri Kunrath


 

 

 

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L'insieme di queste figure geometriche, che compongono le XXII lame del tarocco, costituisce forse un messaggio una griglia di lettura peculiare di Assan Dina, ideatore di questo gioco di tarocco rivisitato. La soluzione dell'enigma, la comprensione di questo insieme, è oggi perduta.

 

Qui sotto, la lama del tarocco di Marsiglia ridissegnata e dipinta da Oswald Wirth (1860-1943), nel 1889, per il suo maestro Stanislas de Guaita (1861-1897) così come a destra un primo abbozzo, non datato.


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Tarot de Wirth, 1889. Copyright © the Golden Dawn Research Trust, 2008

 

 

 

LINK:

Le Diable

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