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9 gennaio 2012 1 09 /01 /gennaio /2012 07:00

Il messaggio pubblico di Amina e Assan Dina

 

o la loro opera letteraria

 


Dina, 01

 

 

 

Essi pubblicano due opere nel 1917. Esse fanno parte di una trilogia. La terza opera esce soltanto nel 1927, benché già redatta nel 1916. In modo sorprendente il nome dell'autore differisce ogni volta. Pubblica anche, per quanto ne sappiamo sinora, due articoli. Il primo, di nove pagine, ha come titolo Magisme et sorcellerie malgache [Magismo e stregoneria malgascia]. È pubblicato sulla rivista Le voile d'Isis" di dicembre 1925. Il secondo, di dieci pagine, si intitola L'âme hindoue [L'anima induista] sulla Nouvelle Revue di marzo 1928, alcuni mesi prima della sua morte prematura.

 

 

 

Il primo libro di Assan Dina, "L'Astro-Dio"


La prima opera, firmata "Adina", si intitola La chair tangible de l’infini– L’Astre-Dieu [La carne tangibile dell'infinito- L'Astro-Dio].


 

Livre Adina.jpg (120158 octets)

 

Potete leggere integralmente l'opera "La Chair tangible de l'infini - ASTRE-DIEU" cliccando sulla fotografia qui sopra o consultare il suo indice per leggere alcuni capitoli. Potete anche scaricarlo in formato PDF.

 

 

 

Questo pseudonimo, benché vicino al nome vero, rende vana una ricerca per nome in biblioteca. In questo caso come lo conosciamo oggi? Per un caso incredibile del destino del bibliofilo accorto in ermetismo, Archer, prende un giorno quest'opera sullo scaffale di una libreria d'occasione. Nota la consonanza, prossima a "Dina", che conosce attraverso l'opera Fulcanelli dévoilé [Fulcanelli] di Geneviève Dubois e legge la dedica stampata dall'autore "A Madame Mary W. Dina". Non vi sono dubbi. Archer mostra per la prima volta quest'opera nel suo eccellente blog dedicato a Julien Champagne, l'illustratore dei libri di Fulcanelli, nel 2006. Dedica molte pagine a Dina e alle Avenières. Gli devo le scannerizzazioni di quest'opera.

 

Questo nome non doveva prestare a confusione all'epoca di Assan Dina. Il legame doveva essere evidente per le persone che lo conoscevano. Quest'opera, l'opera firmata Adina, sparisce tuttavia completamente dalla memoria collettiva e nessuno lo menziona più.

 

Questo libro è pubblicato a Parigi, alla Librairie de l’art indépendant, G. Revel ne è l'editore.


G. Revel è certamente Gaston Revel, membro della Società Teosofica. Tentiamo di situarlo. Egli crea, insieme a René Schwaller de Lubicz (1887-1961) e altre persone, il giornale L’Affranchi, pubblicato dal 1917 al 1919, per promuovere nuove idee sociali dopo il marasma della guerra.

 

Il gruppo dei Veglianti è fondato in seguito nel febbraio del 1919 con queste due persone e altre tra cui il poeta lituano Oscar Wladislas Milosz, "il solo mistico riuscito che io conosca" dirà di lui Nathalie Clifford Barney, e Henri Coton-Alvart, eminente alchimista ma rimastos conosciuto al grande pubblico sino alla pubblicazione delle sue famose Propos sur Les Deux Lumières [Discorsi sulle Due Luci] di Geneviève Dubois, per le edizioni del "Mercure Dauphinois".

 

Guardiamo anche la pubblicazione della Librairie de l’art indépendant.


Questa casa editrice pubblica circa 150 opere dal 1886 al 1917. La lista degli autori e opere conosciute è impressionante. Tutta la Teosofia è presente, con Héléna Petrovna Blavatsky, co-fondatrice della società teosofica, la "Revue théosophique" stessa e dei discepoli del movimento come Annie Besant che pubblica Pourquoi je devins théosophe [Perché sono diventata teosofa].


Ritroviamo anche dei poeti emergenti, solforosi a diversi titoli, come Pierre Loüys (1870-1925) la cui totale libertà sessuale commuove più d'uno, sia nelle sue opere letterarie sia personali, o come Jules Bois (1868-1943), emerito occultista, che si batte in numerosi duelli, amante della cantante Emma Calvé, quest'ultimalegata all'abate Saunière di Rennes-le-château e legata soprattutto alle belle mondane di Parigi... Sono editi anche Oscar Wilde, André Gide, Emile Burnouf che effettua la traduzione della Bhagavadgîtā, testo sacro induista e che Assan Dina citerà in una delle sue opere.


Senza sorpresa Léon e Gaston Revel pubblicano per questa stessa casa le loro proprie opere.


Infine bisogna citare due nomi importanti per la nostra storia: Marcelle Senard, che pubblica qui il suo libro sul filosofo inglese Edward Carpenter e René Schwaller de Lubicz che vi pubblica nel 1916 il suo Etude sur les nombres [Studio sui numeri].


Vediamo dunque che Assan Dina fa pubblicare la sua prima opera per una casa editrice di valore (Per coloro che ne vogliono sapere di più ecco qui di quest'editore la lista delle publicazioni.

 

 

Vi propongo un riassunto dell'opera: Questo libro è una riflessione scientifica sulla natura fisica e chimica del sole così come sui legami che lo uniscono al suo corteo di pianeti. Per lo meno così egli dice perché una riflessione filosofica sottende completamente lo sviluppo del suo pensiero e delle sue ipotesi.


 

Assan inizia con un richiamo alla visione del sole da parte delle civiltà anteriori. Spiega come il tracciato semplificato dell'occhio, costituito dalla sua pupilla e dalle sue palpebre, rappresenta per gli iniziati di alcuni popoli, africani soprattutto, il sole e la corsa ellittica dei pianeti intorno. Si appoggia qui sul suo vissuto in quelle contrade. Denuncia di passaggio alcune correnti di pensiero: "I negri, razze inferiori, non possiedono anima, il che permette di spogliarli e ucciderli senza scrupoli" (Astre-Dieu, p. 14-15). Ci gratifica anche con un magnifico messaggio: "Sarebbe sbagliato ridicolizzare qualcuno per le sue credenze. Ognuno sogna l'Infinito secondo le sue facoltà".


Oggi ancora, egli ci dice, l'eliocentrismo è difficilmente ammesso in alcuni ambienti. Negli Stati Uniti, ad esempio, delle persone facoltose promettono dei premi a chiunque possa portare delle prove a favore del sistema geocentrico.

 

 Dopo questo preambolo Assan Dina sviluppa un argomento scientifico. Si appoggia sull'analisi spettrale del sole fatta dagli astronomi per dedurne la sua composizione chimica. Nota l'abbondanza decrescente del ferro, del manganese, del cobalto..., tutti corpi che cristallizzano nel sistema cubico. Si interroga sulla natura del sole: "Grandi alchimisti dissero che il sole è un blocco d'oro" (p.47). L'oro cristallizza anch'esso come cubo. Assan deplora che: "Gli alchimisti si dedicarono soprattutto alla ricerca dell'oro...". (p.56). Fa in seguito l'apologia del ferro, questo parente povero dei metalli, parlandone come di una persona umana. Il pensiero ricorda Fulcanelli. Esamina in seguito il nucleo, che costituisce l'interno del sole, che egli paragona a un giroscopio, per il fatto che il suo movimento proprio di rotazione rapido nel vuoto dell'universo. Attribuisce lo stesso effetto giroscopico ai pianeti.

 

La sua composizione chimica ne fa "un ambiente magnetico e elettrico di prim'ordine, il che fa del sole un mostruoso magnete naturale", dotato di un polo sud che attira e di un polo nord che respinge. Delle forse esterne gli procurano la sua energia, siano essi i pianeti attraverso il loro irraggiamento o degli universi remoti. "Tutte queste emanazioni semi-materiali formano una vera catena attraverso l'universo solare". "Il nucleo solare è nascosto da una spessa crosta, che presenta l'aspetto di un globo abbagliante, come la carne sulle ossa".

  

Evoca "la delicata questione" del calore sprigionato da questa stella. Al contrario dell'ipotesi classica del sole braciere, Assan Dina sottintende l'irraggiamento freddo dell'astro, il che era noto agli antichi: "Osiride è un Dio nero" - come scrisse Fulcanelli -. Prende molto giustamente l'esempio della temperatura sulla nostra terra: "Più si sale verso i confini della nostra atmosfera, più la temperatura è bassa". Rifiuta la teoria del sole-fuoco, di cui il principale fattore sarebbe la combustione del gas idrogeno nella corona solare. Così riassume: "Il sole darebbe l'impressione di un androgino... che soffierebbe il fuoco e il freddo". "Il suo bagliore gli deriverebbe dai suoi influssi magnetici e elettrici". Per irradiare, il sole "smaterializza delle particelle materiali per crearne delle onde luminose, elettriche con cui bombarda le distese celesti". Precisa che per un ciclo così grande alcuni miliardi di anni non contano nulla.

 

 

Il sole è costruito sullo stesso piano di un atomo. "Il suo essere comprende anche i pianeti e tutti gli spazi interplanetari", un universo come un organismo vivente. "Quest'universo è l'uovo di Brahma, quest'uovo del mondo gigantesco e così scintillante" (p.80).

 

 

cappella dorata destra

Brahma crea incessantemente il mondo, come un loto galleggiante sull'oceano cosmico. (Cappella dorata).


 

 

Lo abbiamo appena visto nella cappella dorata! Abbiamo qui la perfetta giunzione della sua opera letteraria, che prosegue e sviluppa ciò che i mosaici mostrano.

 

Il sole è allora paragonato a un indotto e i pianeti a degli elettromagneti. Abbiamo qui una dinamo cosmica. Dina impiega dei termini da tecnico, da ingegnere elettrico. Prosegue su questo registro: "Il sole ha un cuore in metallo, poiché le nostre dinamo hanno un collettore in ferro dolce. I pianeti svolgono funzione di elettromagneti, bombardano il sole con tutte le loro energie elettriche e le loro forze".

 

L'elettricità sarebbe calda, la magnetizzazione fredda. La prima disaggrega e dissolve. La seconda magnetizza e coagula. "Si ritrova qui il simbolo di una delle grandi scuole filosofiche dei giorno nostri", precisa. Egli cita l'esempio della tecnica della galvanoplastica e della luna nera e della luna bianca, che ritroviamo sulla lama 15 del tarocco- il Diavolo- della cappella blu.

 


 

15, il DiavoloLama XV il Diavolo. (Cappella blu).


 

"Gli alchimisti degni, e cioè che professano la scienza chimica, vi ricercarono meno malizia" precisa per allontanare una interpretazione moralistica del bianco e del nero.

 

L'universo solare essendo un giroscopio dotato di una velocità vertiginosa, quest'ultima sostiene l'insieme solare nello spazio. I pianeti formano il piano della ruota giroscopica. L'equatore solare è il centro vitale delle creazioni fisiche e dei corpi materiali. Il sole proietta delle materie solide soltanto soltanto nel rigonfiamento equatoriale, perché la grande velocità di rotazione vi diminuisce la forza attrattiva, la gravitazione, aumentando la forza centrifuga. I materiali della scorza essendo coagulati, fuggono per la tangente e volano attraverso lo spazio. Tra gli uranoliti proiettati, alcuni provengono dagli strati profondi della stella. Sono i germi di vita. È il fiore di loto che lancia i suoi semi nell'aria. Quest'immagine evoca la lama della cappella dorata, Brahma seduto su un loto, racchiuso dentro un arcobaleno a forma d'uovo.

 

Assan Dina termina la sua esposizione con un'immagine metafisica: "Il sole è dunque un'anima immensa, che ci contiene nei suoi fianchi come una goccia di rugiata nel calice di un fiore. Il suo "sé" non risiede soltanto nel nucleo, ma ma in tutto, nella pietra".

 

 

 

soleil_lune.jpg (103237 octets)Il sole è un'anima immensa che ci contiene nei suoi fianchi 


    

 


soleilorcarre.jpg (106276 octets)

Il Sole svelante il suo centro cubico, secondo Assan Dina.

 

 


In conclusione, questa visione del nostro "universo solare" è oggi falsa.

 

La soluzione fu data nel 1921 da Jean Perrin, che propose una fonte alternativa di produzione di energia: le reazioni nucleari tra nuclei atomici. Ma Assan Dina non fu premio Nobel di fisica come Jean Perrin e la sua visione del cuore dell'astro, sdoppiato dalla sua corona luminosa, rimane del tutto giusta ancora oggi.

 

Si deve conservare l'idea di Assan Dina che desidera ricercare gli arcani della creazione, sollevare un lembo del cielo per ritrovarvi Dio, per mezzo dellaconoscenza scientifica, discorsiva, in consonanza con la sua educazione scientifica e il positivismo del suo tempo. Ciò è talmente vero che vedremo poco dopo Assan trasformarsi in astronomo. Ricordiamoci che il Vatican ha il suo telescopio sin dal 1582. Oggi ne ha due, quello di Castelgandolfo, nella lontana periferia di Roma, e uno meno mediatizzato ma ultra-moderno, edificato nel 1981 sul Monte Graham in Arizona ngli Stati Uniti, il Vatican Advanced Technology Telescope (VATT).


Assan studia gli arcani della creazione con mezzi scientifici, ma secondo lui questa nuova conoscenza scientifica non fa che confermare l'intuizione degli antichi popoli, trasmessa sotto il sigillo dei imboli, l'intuizione dell'unità di un grande tutto, dell'esistenza di un grande essere vivente cosmico di cui non siamo che una parte.

 

 

 

Il secondo libro di Assan Dina, "La Scienza filosofica"

 


Questa seconda opera di 345 pagine è firmata con lo pseudonimo A.M.A. Si intitola La Science philosophique [La scienza filosofica]. È nella continuità filosofica del precedente.

 

È edita a Ginevra nel 1917 presso la tipografia "La Sirène". La redazione di quest'opera è terminata il 16 dicembre 1916 a Marsiglia, come indicati nell'ultima pagina. In una pagina di guardia egli annuncia la pubblicazione di una terza e ultima opera, La Destinée, la mort et ses hypothèses [Il Destino, la morte e le sue ipotesi].


Ringrazio il mio amico F. T. per aver messo a nostra disposizione questo libro, così come il successivo, libri introvabili quanto il primo.

 

Livre d'Assan Dina : la Science philosophique

 

Potete leggere integralmente l'opera La Science philosophique oppure consultar il suo indice per leggere alcuni capitolisoltanto. Potete anche scaricarlo in formato PDF.

 

 

Queste iniziali non si riferiscono a nulla di noto se non al nome mistico di "Ahor Mahomt Ahliah" assunto da René Schwaller de Lubicz per firmare un piccolo opuscolo intitolato Nécessité, edito nel 1918. Nel suo libro L'oeuvre au rouge [L'opera al rosso], edita nel 2006, Emmanuel Dufour-Kowalski vede in questa identità un legame tra Assan Dina e René Schwaller, essendo il primo il maestro del secondo. Non ritengo come certo questo legame, allo stato attuale dei documenti accessibili.

 

Un capitolo di questo blog sarà dedicato in futuro agli Schwaller de Lubicz, René e la sua compagna Jeanne Germain. Essi sono conosciuti sotto i nomi mistici di Aor e di Isha. Oltre alla loro opera simbolica ed egittologica, vedremo i legami con l'alchimia, Fulcanelli e Julien Champagne illustratore dei suoi libri.

 

 

 

 

Il terzo libro di Assan Dina "La Destinée, la mort et ses hypothèses"

 

Livre d'Assan Dina, la Destinée, la mort et ses hypothèses

 

Potete leggere integralmente l'opera La destinée, la mort et ses hypothèses" oppure consultare il suo indice per leggere alcuni capitoli soltanto. Potete anche scaricarlo in formato PDF.

 

 

 

Un primo articolo di Assan Dina, "Magisme et sorcellerie Malgache".


Grazie al suo lavoro di ricerca, Archer, bibliofilo appassionato in ermetismo, autore del blog dedicato a Julien Champagne già citato per aver reperito l'opera di Adina, L'Astre-Dieu, trova un altro documento. Si tratta di un articolo appassioanate di Assan Dina, firmato un'altra volta "Adina". È pubblicato nel dicembre 1925 nella rivista parigina dedicata all'esoterismo e alla spiritualità, Le Voile d'Isis. L'articolo di nove pagine è la riflessione di un uomo maturo- ha 49 anni- su alcuni aspetti della spiritualita e della relazione magica al mondo terrestre di piccole comunità di uomini o di donne nel Madagascar, all'inizio del suo secolo. Ricordiamoci che Assan Dina ha percorso, tra l'altro, l'Africa del sud e il Madagascar, prima terra vicina a 900 km dall'isola Mauritius, nella sua giovinezza.


 

Adina, revue Le voile d'Isis, décembre 1925

 

Leggere l'articolo


Le Voile d'Isis [Il Velo d'Iside] è una pubblicazione periodica della casa editrice parigina "Bibliothèque Chacornac", essa stessa legata alla famosa libreria esoterica Chacornac. Potete scaricarlo in formato PDF.

 

 

 

[Traduzione di Massimo Cardellini]



LINK:

Le message public d'Amina et Assan Dina, ou leur oeuvre littéraire

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commenti

C
<br /> Molto interessante !<br />
Rispondi
L
<br /> <br /> Grazie per il tuo laconico apprezzamento, mi aiuterà a fare di meglio!<br /> <br /> <br />  <br /> <br /> <br /> Volendo puoi anche iscriverti alla newsletter del blog....<br /> <br /> <br />  <br /> <br /> <br /> <br />